Oggi l'epatite C si può curare.

Per capire come tornare a vivere "Senza la C" o evitarla, sei associazioni di pazienti, molto diverse tra loro, si sono unite con l'obiettivo comune di informare e di sensibilizzare la propria popolazione di riferimento e l'opinione pubblica.

LAZIO, NASCE IL PRIMO OSSERVATORIO REGIONALE SULL’EPATITE C: UNA REGIONE “SENZA LA C”

Il Lazio sarà la prima regione italiana ad avere un osservatorio dedicato all’Epatite C. Questo l’esito dell’incontro tenutosi lo scorso 29 novembre presso la Giunta della Regione Lazio tra il consigliere regionale Teresa Petrangolini, membro della Commissione Politiche sociali e salute e la rete ‘SENZA LA C’.

Composta da sei associazioni di pazienti e/o comunità colpite dall’infezione, ovvero Aned (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto), Epac (Pazienti con epatite e malattie del fegato), FedEmo (Federazione Associazioni Emofilici), L'Isola di Arran (Associazione impegnata nella lotta all'emarginazione legata alla droga), Nadir (Persone con HIV/AIDS) e Plus (Persone LGBT Sieropositive).

All’insegna delle tre le parole d’ordine Informazione, Prevenzione e Cura, nascerà infatti l’Osservatorio ‘Una Regione SENZA LA C’. Tra gli obiettivi quello di aggiornare il registro delle persone con HCV, monitorare la prevalenza dell’infezione, promuovere una prevenzione mirata ed effettuare campagne di sensibilizzazione e screening in popolazioni maggiormente a rischio, come tra i tossicodipendenti e nelle carceri, coinvolgendo anche altre associazioni.
L’iniziativa prevedrà nell’immediato il rilancio attraverso circuiti distributivi e reti regionali della campagna di consapevolezza e sensibilizzazione SENZA LA C, avviata a livello nazionale dalle 6 associazioni nel 2014, e la definizione e adozione di protocolli per i test salivari: con queste due iniziative si intende avviare il cammino che ha come obiettivo finale quello di eliminare le barriere di cura che impediscono a tutte le persone in necessità di accedere ai nuovi farmaci contro HCV. Richiesta che tornano a fare oggi le associazioni in una lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al direttore dell'Agenzia del Farmaco (Aifa) Mario Melazzini.

Nel corso dell’incontro, a cui ha partecipato anche Giorgio Cerquetani, della Cabina di Regia del Servizio Sanitario Regionale, è stata presentata la Campagna SENZA LA C realizzata nel 2014 e sono state discusse le principali criticità riscontrate dalle associazioni. “Speriamo sia il primo”, dichiarano le associazioni di SENZA LA C, “di altri tavoli con le regioni a cui potremo sederci, non solo come singoli soggetti, ma anche come rete di associazioni di pazienti coinvolti dalla problematica”. In particolare, aggiungono, “anche sulla scorta del successo della campagna di consapevolezza e sensibilizzazione già realizzata - che prevedeva azioni di comunicazione con sezioni personalizzate per le singole popolazioni target delle nostre associazioni - abbiamo sottolineato la necessità di fare più campagne di prevenzione mirate a specifiche popolazioni a rischio: ad esempio nelle scuole, perché i giovani sono sempre più esposti a causa della larga diffusione di tatuaggi e piercing, non sempre eseguiti nel rispetto delle norme igieniche”.
“E’ stato - sottolinea Petrangolini - un tavolo di lavoro importante quello aperto tra la Regione Lazio e le associazioni dei pazienti di epatite C impegnate nella Campagna ‘Senza la C’. L’incontro è stato utile anche per conoscere da vicino i problemi dei pazienti e gli aspetti critici legati alla malattia. Il loro contributo infatti è essenziale per promuovere politiche più efficaci e raggiungere risultati concreti nel campo dell’assistenza”.
L’attività è stata svolta grazie al supporto non condizionato di Abbvie.

 

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